I nuovi antidiabetici nel trattamento del diabete mellito di tipo 2: che cosa apportano?
Per il trattamento del diabete mellito di tipo 2 (DM2) sono entrate in commercio nel 2008 due nuove classi di antidiabetici, noti anche come farmaci attivi sul sistema delle incretine. Si tratta dei farmaciinibitori della dipeptidil peptidasi 4 (i DPP-4i) o gliptine, ai quali è seguita la commercializzazione di associazioni a dosi fisse di questi principi attivi con metformina. Nello stesso anno è stato commercializzato l’exenatide, capostipite della classe degli agonisti del glucagon–like–peptide–1 (GLP-1a) e che, a differenza delle gliptine, da somministrare per via orale, è sottocute. Nel 2015 è stata commercializzata una nuova classe di farmaci antidiabetici orali con altro meccanismo d’azione: gli inibitori reversibili del co-trasportatore sodio–glucosio2 (SGLT-2i), sia come singoli principi attivi che associati a metformina (vedi tabella 1).
Obiettivo di questa revisione è quello di valutare le evidenze disponibili in letteratura su queste nuove classi di farmaci in termini di efficacia e di sicurezza.
- Farmaci attivi sul sistema delle incretine
Le incretine sono ormoni di un sistema endogeno coinvolto nella regolazione fisiologica dell’omeostasi del glucosio. Comprendono il peptide–1 glucagone–simile (GLP–1) e il polipeptide insulinotropico glucosio-dipendente (GIP), vengono rilasciate dall’intestino durante il giorno ed il loro livello aumenta in risposta all’assunzione di cibi. Questi ormoni stimolano la secrezione d’insulina in modo glucosio-dipendente, diminuiscono la secrezione di glucagone, rallentano lo svuotamento gastrico e aumentano il senso di sazietà. L’attività del GLP–1 e del GIP è limitata dall’enzima DPP–4 che idrolizza rapidamente le incretine a metaboliti inattivi.
I NUOVI ANTIDIABETICI
1.A Inibitori della dipeptidil peptidasi 4 (DPP–4i) o Gliptine .
Questi farmaci impediscono l’idrolisi delle incretine da parte dell’enzima DPP–4, aumentando pertanto le concentrazioni plasmatiche delle forme attive di GLP–1 e GIP. Di conseguenza determinano un aumento del rilascio di insulina e una diminuzione dei livelli di glucagone in modo glucosio–dipendente. Risultano attualmente in commercio 5 principi attivi singoli oppure associati a metformina (o a pioglitazone nel caso di alogliptin). Oltre agli effetti ipoglicemizzanti, i DPP-4i non sembrano avere un effetto sul peso corporeo, ne’ sui valori pressori e sul colesterolo LDL1.
1.B. GLP-1 agonisti (GLP-1a)
Tali farmaci aumentano i livelli di GLP-1, stimolando la secrezione d’insulina con una modalità glucosio–dipendente e riducendo di conseguenza i livelli di glucosio. Man mano che la glicemia diminuisce, la secrezione di insulina rallenta. Sopprimono anche la secrezione di glucagone e rallentano lo svuotamento gastrico. Attualmente in Italia sono in commercio 4 principi attivi. L’exenatide, capostipite del gruppo, esiste anche in formulazione retard (a somministrazione settimanale). Gli agonisti del GLP-1 mostrano un effetto di riduzione del peso (≈3 kg), dei valori pressori (2-3 mm Hg sistolici), ma sembrano aumentare il battito cardiaco (2-3 bpm)1.
Tabella 1: caratteristiche delle nuove classi di antidiabetici
Classe | Meccanismo d’azione/via di somministrazione | Principio attivo | Nome commerciale | ∆ HbA1c | Posologia
|
Inibitori DPP-4 | Inattivazione lenta delle incretine che stimolano la secrezione d’insulina in modo dipendente dal glucosio
ORALE |
Sitagliptin | Januvia® | -0,74%1 | 1 cpr/die |
Sitagliptin + Metformina | Janumet® | individualizzata | |||
Linagliptin | Trajenta® | 1 cpr/die | |||
Linagliptin + Metformina | Jentadueto® | individualizzata | |||
Saxagliptin | Onglyza® | 1 cpr/die | |||
Saxagliptin + Metformina | Komboglyze® | individualizzata | |||
Alogliptin + Pioglitazone | Incresync® | individualizzata | |||
Alogliptin | Vipidia® | 1 cpr/die | |||
Alogliptin + Metformina | Vipdomet® | individualizzata | |||
Vildagliptin | Galvus® | 2 cpr/die | |||
Vildagliptin + Metformina | Eucreas® | individualizzata | |||
GLP-1a | Stimolazione della secrezione d’insulina in modo dipendente dal glucosio
SOTTOCUTE |
Exenatide settimanale | Bydureon® | da -0,8% a -1,5%1 | 2 mg/settimana |
Exenatide | Byetta® | 5-10 mg/12 ore | |||
Liraglutide | Victoza® | 1 dose/die | |||
Lixisenatide | Lyxumia® | 1 dose/die | |||
Dulaglutide | Trulicity® | 0,75 mg-1,5 mg/sett | |||
SGLT-2 |
Riducono il riassorbimento renale di glucosio causando un aumento di escrezione di glucosio nell’urina
ORALE |
Dapagliflozin | Forxiga® | da -0,6% a -1%1 | 1 dose/die |
Dapagliflozin+ Metformina | Xigduo® | 2 cpr/die | |||
Empagliflozin | Jardiance® | 1 cpr/die | |||
Empagliflozin + Metformina | Synjardy® | 2 cpr/die | |||
Canagliflozin | Invokana® | 1 cpr/die | |||
Canagliflozin+ Metformina | Vokanamet® | Individualizzata |
- SGLT-2:Inibitori reversibili del co-trasportatore sodio–glucosio 2(SGLT-2i)
Il co-trasportatore sodio-glucosio è responsabile, quale trasportatore principale, del riassorbimento del glucosio dal filtrato glomerulare nella circolazione ed è abbondantemente espresso a livello renale. La quantità di glucosio rimossa dal rene è dipendente dalla concentrazione dello zucchero nel sangue e dalla velocità di filtrazione glomerulare (GFR). I farmaci SGLT-2i riducono il riassorbimento renale di glucosio dal tubulo prossimale provocando glicosuria.
Risultano in commercio 3 principi attivi singoli oppure associati a metformina; la loro via di somministrazione è orale. Hanno un effetto sulla riduzione del peso (2-3 kg) e la riduzione della pressione arteriosa (3-6/1-2 mmHg sistolica e diastolica rispettivamente)1.
EFFICACIA DEI NUOVI ANTIDIABETICI
A partire da evidenze fornite da studi clinici di fase III, randomizzati e controllati2, tutti i nuovi antidiabetici per il trattamento del DM2 sono stati autorizzati dall’EMA, sia in monoterapia, sia in associazione a dose fisse con metformina. La maggior parte degli studi registrativi “pivotali” ha valutato, come end point primario, la diminuzione dell’emoglobina glicata (HbA1c) rispetto al placebo per una durata media di 26 settimane. ll valore medio raggiunto di riduzione di HbA1c rispetto a placebo per ciascuna classe dei nuovi antidiabetici è rappresentato in tabella 1. La classe che ha riportato una maggior efficacia ipoglicemizzante è quella dei GLP-1a, seguita da quella degli inibitori SGLT-2 e, da ultimo, dei DPP-4i. Non risultano ad oggi disponibili studi clinici randomizzati e controllati che abbiano dimostrato l’efficacia di questi farmaci nel diminuire gli outcome microvascolari(cecità, amputazioni, insufficienza renale).
Un recente studio di coorte, svolto nell’ambito delle cure primarie in Inghilterra3, ha coinvolto circa 470.000 pazienti con DM2, trattati con vari tipi di farmaci ipoglicemizzanti (metformina, insuline, sulfoniluree, glitazoni, DPP-4i, e infine, altri ipoglicemizzanti, categoria che include diversi farmaci, tra cui gli inibitori SGLT-2). Lo studio ha valutato diversi outcome microvascolari per ciascuna di queste classi terapeutiche, sia in monoterapia che in terapia associata (duplice oppure triplice). In monoterapia, rispetto alla metformina, la classe dei DPP-4i ha mostrato un aumento significativo del rischio di insufficienza renale HR=3,52 (2.04-6,07). Nella duplice terapia, rispetto alla monoterapia con metformina, l’associazione metformina più gliptine ha evidenziato una diminuzione significativa del rischio di iperglicemia. La triplice terapia metformina più sulfonilurea e gliptine (oppure pioglitazone) ha mostrato una riduzione del rischio di cecità. In questo studio non sono stati considerati gli GLP-1a neppure gli SGLT-2i. Come atteso, il rischio di ipoglicemia è risultato superiore tanto con le sulfoniluree che con l’insulina rispetto gli altri agenti ipoglicemizzanti.
Per quanto riguarda gli outcome macrovascolari, su questi nuovi farmaci sono disponibili i risultati di vari studi clinici 4-16. Si tratta di studi richiesti dalle autorità regolatorie (FDA per prima) allo scopo di escludere un aumento del rischio cardiovascolare da parte dei farmaci ipoglicemizzanti (come era successo anni fa per il rosiglitazone). Nella tabella 2 sono riportati i vari studi svolti, oppure in corso, per le varie classi dei nuovi antidiabetici.
Sugli inibitori DPP-4, i vari studi hanno confrontato una popolazione ad alto rischio cardiovascolare verso placebo per periodi che oscillano fra 1,5 anni (alogliptin)8e 3 anni (sitagliptin)4. Tutti questi farmaci (tranne linagliptin, i cui due studi sono ancora in corso)5-6hanno riportato una sostanziale sovrapponibilità di eventi indesiderati rispetto al placebo. Tuttavia, saxagliptin ha mostrato un aumento significativo del rischio di ospedalizzazione per scompenso cardiaco ( 3,5% vs 2,8%)7. Un aumento, anche se non significativo, è stato evidenziato anche per alogliptin, (3,9% vs 3,3%)8. Infine, nello studio VIVVID9in pazienti con scompenso cardiaco, non sono state riscontrate differenze nella funzione ventricolare sinistra tra i pazienti trattati con vildagliptin rispetto quelli trattati con placebo; nel gruppo trattato con vildagliptin si è osservato tuttavia un aumento del volume diastolico sinistro finale e della mortalità per tutte le cause9.
Per i farmaci appartenenti alla classe degli agonisti GLP-110-13, risultano ad oggi disponibili i risultati di due studi (liraglutide e lixisenatide)11-12 conun tempo medio di follow-up rispettivamente di 3,8 e 2,1 anni.
Solo nel primo è stata riscontrata una significativa riduzione del rischio cardiovascolare (end point primario ) e della mortalità totale. Gli studi relativi agli altri 2 farmaci del gruppo sono attualmente in corso e dovrebbero concludersi entro il 20186.
Tabella 2: outcome cardiovascolari dei nuovi antidibetici
Classe | Principio attivo | studio;
(n° pazienti) |
Outcome | Risultato |
Inibitori DPP-4 | Sitagliptin | TECOS4; n=14.671 | morte CV+IMA non fatale+stroke non fatale+ricovero per angina inestabile | No differenza significativa vs placebo |
Linagliptin | CAROLINA5; n=6.000 (vs glimepiride);
CARMELINA6; n=8.300 ( vs placebo) |
tempo al primo evento di: morte CV+IMA non fatale+stroke non fatale + ricovero per angina inestabile | Studi attualmente in corso.
Data stimata di completamento: marzo 2019 e gennaio 2018 rispettivamente7
|
|
Saxagliptin | SAVOR_TIMI 537; n=16.492 | morte CV+IMA non fatale + stroke non fatale | No differenza significativa vs placebo. Aumento significativo del rischio di scompenso | |
Alogliptin | EXAMINE8; n=5.380 | morte CV+IMA non fatale+stroke non fatale | No differenza significativa vs placebo. | |
Vildagliptin | VIVIDD9; n=254 | funzione ventricolare sinistra (LVEF) alle 52 settimane | LVEF: no differenza significativa vs placebo. Aumento della mortalità totale. | |
GLP-1 agonisti | Exenatide settimanale | EXSCEL10; n=14.000 | tempo al primo evento di: morte CV+IMA non fatale +stroke non fatale | Studio attualmente in corso. Data completamento stimata: aprile 20186 |
Liraglutide | LEADER11; n=9.340 | tempo dalla randomizzazione al primo evento di: morte CV+IMA non fatale +stroke non fatale + ricovero per angina instabile | end point primario: HR=0,78 e mortalità totale: HR=0.85; entrambi significativi. | |
Lixisenatide | ELIXA12; n=6.068 | morte CV+IMA non fatale + stroke non fatale+ricovero per angina inestabile | No differenza significativa vs placebo | |
Dulaglutide | REWIND13; n=9.622 | tempo al primo evento di: morte CV+IMA non fatale +stroke non fatale | Studio attualmente in corso. Data completamento stimata: luglio 20186 | |
Inibitori SGLT-2 | Dapagliflozin | DECLARE-TIMI14; n=17.150 | tempo al primo evento di: morte CV+IMA o stroke ischemico | Studio attualmente in corso. Data completamento stimata: aprile 20196 |
Empagliflozin | EMPA_REG OUTCOME15; n=7.034 | morte CV+IMA non fatale + stroke non fatale + ricovero per angina inestabile | end point primario: HR=0,86. Diminuzione significativa della mortalità totale (HR=0,68) e del ricovero per scompenso | |
Canagliflozin | CANVAS16; n=4.411 | morte CV+IMA non fatale + stroke non fatale | studio in corso. Data completamento stimata: febbraio 20177 |
Dei tre inibitori SGLT-2, solo per empagliflozin risultano ad oggi disponibili i risultati dello studio EMPA_REG OUTCOME15, che hanno dimostrato una significativa riduzione dell’end point primario, costituito da mortalità totale e rischio di ricovero per scompenso cardiaco.
E’ stato ipotizzato che questo effetto positivo sia principalmente legato all’azione diuretica del farmaco, anche se, a lungo termine, possono influire anche gli effetti ipoglicemizzante e ipotensivo, nonché quello sulla riduzione di peso15. Gli altri due studi su dapagliflozin e canagliflozin sono ancora in corso14,16.
Lo stesso studio di coorte che ha valutato gli outcome microvascolari delle varie classi di farmaci ipoglicemizzanti3, ha anche preso in esame gli outcome macrovascolari17, costituiti da scompenso cardiaco, malattia cardiovascolare e mortalità per tutte le cause, in una coorte di paziente DM2 seguiti per una durata media di 5,7 anni. L’uso dei DPP-4i in duplice terapia è stato associato ad un minor rischio di mortalità (18%) e di scompenso (14%), senza parallelamente riscontrare un cambiamento sul rischio cardiovascolare. Tuttavia, nella monoterapia con gliptine si osserva un aumento significativo del rischio di malattia cardiovascolare e di mortalità totale.
Uno studio caso-controllo ha valutato il rischio di scompenso cardiaco in pazienti ricoverati per scompenso rispetto a controlli diabetici18. La coorte includeva circa 1,5 milioni di pazienti diabetici di cui 29.741 ricoverati per scompenso cardiaco. Rispetto a pazienti trattati con altri antidiabetici, non è stato rilevato alcun aumento del rischio di ricovero per scompenso tra i pazienti trattati con incretin-mimetici (DPP-4i e GLP-1a), né tra i pazienti con anamnesi di scompenso né tra quelli senza.
Malgrado i risultati incoraggianti degli studi osservazionali sui nuovi antidiabetici, il rischio di bias inerenti a questi studi rende opportuno attendere i risultati degli RCTtuttora in corso per capire se, e quanto, le nuove classi di antidiabetici siano in grado di migliorare o meno gli outcome macrovascolari nei pazienti diabetici rispetto a placebo. In attesa dei risultati degli studi in corso, le evidenze disponibili degli incretin-mimetici, in particolare sugli outcome clinici rilevanti, sono tuttora limitate19.
EVENTI AVVERSI DEI NUOVI ANTIDIABETICI
Un aumento del rischio di pancreatite e di cancro pancreatico è stato osservato con DPP-4i . Da parte delle agenzie regolatorie è stato segnalato un aumento del rischio di artralgie severe che, nella maggior parte dei casi riportati, si risolveva entro 1 mese dalla sospensione del farmaco. Rischio di scompenso cardiaco è stato riscontrato nei trattati con saxagliptin o alogliptin, soprattutto in soggetti con preesistenti patologie cardiache o nefropatie7,8.
Come reazione avversa frequente dei GLP-1a è riportata la nausea, in particolare all’inizio del trattamento. Effetti avversi frequenti sono pure vomito e diarrea. Tra gli effetti avversi gravi è stato segnalato un aumento del rischio di pancreatite, anche se il nesso causale non è stato dimostrato2.
Per quanto riguarda gli SGLT-2i, l’effetto avverso più frequentemente riportato sono le infezioni genitali fungine e un incremento di infezioni urinarie. Esiste il rischio di disidratazione, in particolare negli anziani2. Inoltre, sia FDA che EMA hanno effettuato una revisione del rischio di chetoacidosi diabetica nel DM2, che si manifesta nei primi mesi di trattamento e si presenta in maniera atipica con solo un moderato aumento della glicemia. Il meccanismo mediante il quale gli SGLT-2i sono stati correlati a questa forma di chetoacidosi non è stato ancora compreso. La sintomatologia include: nausea, vomito, anoressia, dolori addominali, dispnea, confusione, sete eccessiva , difficoltà di respirazione, stato confusionale, inusuale stanchezza o sonnolenza. In presenza di sospetto di chetoacidosi diabetica, da confermare con test che rilevino la presenza di chetoni, indipendentemente dai valori di glicemia, il trattamento va interrotto immediatamente. Il trattamento deve essere anche sospeso nei pazienti ospedalizzati per interventi di chirurgia maggiore o per gravi patologie acute; il trattamento può essere poi ripreso una volta che le condizioni del paziente si sono stabilizzate20
Sono stati segnalati casi gravi di urosepsi e di grave insufficienza renale correlabile a canagliflozin e dapagliflozin, alcuni di questi ad esito fatale21
Recentemente l’Agenzia europea dei medicinali (EMA) ha informato che, in due studi clinici ancora in corso (CANVAS e CANVAS-R), è stato osservato un aumento dei casi di amputazione degli arti inferiori (soprattutto le dita dei piedi) in pazienti trattati con canagliflozin rispetto a quelli sottoposti a placebo. Considerato un evento non frequente (che si verifica tra 1 e 10 pazienti su 1.000) il rischio potrebbe riguardare gli altri principi attivi della stessa classe. Tra i vari avvertimenti riguardanti l’importanza del monitoraggio dei pazienti ad alto rischio d’amputazione, quello di considerare l’interruzione del trattamento con canagliflozin qualora il paziente sviluppi complicanze che precedono l’amputazionecome infezioni, ulcere cutanee, osteomielite o cancrena22
LE RACCOMANDAZIONI DELLE LINEE GUIDA
Esiste una notevole eterogeneità nell’approccio terapeutico ai pazienti con DM2 che si desume dalle raccomandazioni delle linee guida più rilevanti a livello internazionale, in particolare in caso di nuova diagnosi oppure per una durata della malattia inferiore a 10 anni e senza patologia cardiovascolare. Nella tabella 3 sono sintetizzate le principali raccomandazioni tratte dalle linee guida internazionali più note (e dalle linee d’indirizzo della Regione Veneto) per il trattamento farmacologico del DM2.
Tabella 3: raccomandazione del trattamento farmacologico diabete tipo 2 secondo le LG
Monoterapia | Duplice | Triplice | Altro | |
NICE23
2016 |
Metformina (M) | 4 opzioni:
1) M+DPP-4i 2)M+pioglitazone(P), 3)M+sulfoniluree (SU) 4) M +SGLT-2i |
3 opzioni:
1)M+DPP-4i+SU; 2)M+P+SU; 3) M+P oppure SU + SGLT-2i. |
Trattamenti a base di insulina in caso di fallimento della duplice
GLP-1a in pazienti con BMI>35 kg/m2 |
ADA/EASD24
2015 |
M | M+ qualsiasi delle altre classi, inclusi i GLP-1 o l’insulina basale | Flessibilità per il 3° farmaco. Insulina basale se il target di HbA1c non raggiunto dopo 3 mesi di duplice terapia. | La scelta del secondo farmaco va fatta secondo le preferenze del paziente e le caratteristiche dei vari farmaci |
AACE/ACE25
2016 |
M oppure GLP-1, SGLT-2, DPP-4i, P, acarbosio oppure SU | Quando HbA1c>7,5% oppure se non si raggiunge il goal terapeutico dopo 3 mesi di monoterapia | Quando non si raggiunge il goal terapeutico dopo 3 mesi di duplice terapia | |
ACP26
2017 |
M | Aggiungere a M un farmaco tra i seguenti : SU; P, SGLT-2 oppure DPP-4i | La selezione del secondo farmaco andrebbe fatta col paziente dopo aver discusso benefici, effetti avversi e costi delle varie opzioni terapeutiche | |
CDA27
2015 |
M | M+ qualsiasi delle altre classi, inclusi i GLP-1 o l’insulina | Aggiungere un altro farmaco di una classe differente oppure aggiungere/intensificare insulina | il secondo farmaco da aggiungere a M può variare in funzione delle caratteristiche del paziente e del farmaco |
REGIONE28VENETO
2015 |
M | M+SU (gliclazide), in assenza di altra comorbidità | il secondo farmaco da aggiungere a M può variare in funzione della comorbidità del paziente |
Come si può osservare, c’è un sostanziale consenso sull’utilizzo della metformina come farmaco di prima scelta, in assenza di un’adeguata risposta alle modifiche della dieta e dello stile di vita. Va segnalato che, per le linee guida americane, la prima scelta può essere attuata con qualsiasi degli agenti orali attualmente disponibili.
Tabella 4: principali caratteristiche delle varie classi d’ipoglicemizzanti27
Classe | Rischio Ipoglicemia | Effetto sul peso | Altre considerazioni | Costo28 |
Acarbosio | raramente | neutro o diminuzione | miglioramento del controllo post-prandiale. Effetti avversi gastrointestinali | 11,5 € |
DPP-4-i | raramente | neutro o diminuzione | effetti avversi gastrointestinali | 40,1 € |
GLP-1 a | raramente | diminuzione | effetti avversi gastrointestinali | 75,5 € |
Insuline | si | aumento | senza tetto di dose, regimi flessibili | 24,9-55,7 € |
Repaglinide | si | aumento | meno ipoglicemia quando si salta un pasto ma richiede 3-4 assunzioni giornaliere. Gliclazide e glimepiride danno meno ipoglicemia di gliburide | 4,7 € |
Sulfoniluree | si | aumento | 4,9 € | |
SGLT-2 i | raramente | diminuzione | Infezioni urinarie, infezioni genitali, ipotensione, iperlipidemia, attenzione in caso di disfunzione renale o cn l’uso di diuretici dell’ansa. Non usare dapagliflozin in caso di carcinoma vescicale. Chetoacidosi diabetica | 32,9 € |
Pioglitazone | no | aumento | Scompenso cardiaco, edema, fratture, carcinoma vescicale. Da 6-12 settimane per ottenere il massimo effetto. | 14,6 € |
In Italia, gli incretin-mimetici (i DPP-4i che i GLP-1a) sono sottoposti a limitazioni determinate dal piano terapeutico AIFA. Questi farmaci sono rimborsabili solo in duplice o triplice terapia, qualora siano soddisfatte le seguenti condizioni alla prima prescrizione:
- Fallimento terapeutico, definito come livelli di HbA1c≥7,5%, alla dose massima tollerata della terapia ipoglicemizzante corrente e dopo adeguata modifica dello stile di vita.
- Livelli di HbA1c≤8,5%, un livello dal quale è ragionevole raggiungere il target con l’aggiunta del nuovo farmaco, considerato che la riduzione media di HbA1c con questi famarci è di circa ≤1%.
- Rischio di ipoglicemie severe o condizionanti le attività quotidiane.
- L’uso in monoterapia di questi farmaci è rimborsabile limitatamente ai pazienti con insufficienza renale cronica a partire da grado moderato-severo.
- E’ possibile associare insulina basale con tutti i farmaci tranne che con exenatide e dulaglutide.
Per quanto riguarda i farmaci SGLT-2i, anche questi sottoposti a piano terapeutico, possono essere utilizzati sia in monoterapia che in associazione ad altri antidiabetici, inclusa l’insulina. Non è raccomandato l’utilizzo nei pazienti >75 anni né in caso di insufficienza renale a partire dal grado moderato.
Le evidenze a supporto della scelta di un secondo agente ipoglicemizzante, da aggiungere quando la glicemia non è adeguatamente controllata con metformina, sono attualmente insufficienti e mancano studi di confronto tra i vari farmaci.
Lo studio TOSCA29,30,disegnato dalla società italiana di diabetologi (SID) e supportato dall’AIFA, havalutato, in circa 5000 pazienti con DM2 non adeguatamente compensati con metformina in monoterapia, gli effetti di due schemi terapeutici: metformina + pioglitazone oppure metformina + sulfonilurea (glibenclamide 5 mg/die; gliclazide 30 mg/die o glimepiride 2 mg/die)per una durata di 48 mesi.L’esito primario composito di efficacia (morte per tutte le cause, IMA non fatale, stroke non fatale e rivascolarizzazione coronarica non programmata), considerato come obiettivo primario dello studio è stato osservato in 105 (7%) pazienti trattati con pioglitazone ed in 108 dei pazienti trattati con sulfanilurea (7%), una differenza non significativa (HR 0.96,95% CI 0.74-1.26, p=0,79). E neppure si sono osservate differenze significative tra i singoli fattori di cui l’esito era composto.
L’esito secondario di efficacia (costituito da morte improvvisa, IMA fatale e non fatale, stroke fatale e non fatale, amputazione maggiore ed interventi di rivascolarizzazione endovascolare o chirurgica su coronarie, arterie degli arti inferiori e carotidi), si è verificato in 74 (5%) pazienti del gruppo trattato con pioglitazone ed 83 (6%) del gruppo trattato con sulfaniluree. Una differenza non significativa (HR 0.88,0.65-1.21,p=0.44) . In conclusione, in questo trial dal disegno pragmatico nel quale è stato eseguito un confronto testa a testa in pazienti con diabete di tipo 2 no responders al trattamento con metformina in monoterapia, l’aggiunta di pioglitazone ha mostrato un controllo più prolungato della glicemia, minori episodi ipoglicemici ed un valore più elevato di colesterolo HDL, anche se il confronto degli eventi CV non ha dimostrato differenze significative rispetto ad un trattamento con solfaniluree. Entrambi i trattamenti si sono rilevati efficaci e privi di effetti collaterali gravi. Per questa ragione, al di là delle controversie che si sono succedute intorno al loro ruolo fin dagli anni ’50, l’efficacia clinica, la disponibilità e la sicurezza delle solfaniluree costituiscono ancora elementi importanti nella costruzione degli algoritmi decisionali della terapia dei pazienti diabetici.
Una recente revisione sistematica e network-metanalisi31che ha incluso 236 RCT, ha confrontato l’efficacia clinica delle 3 nuove classi di ipoglicemizzanti considerate in questo articolo (inibitori SGLT-2, agonisti GLP-1 e inibitori DPP-4). L’outcome primario era costituito della mortalità totale per queste tre classi; l’outcome secondario era formato da: mortalità cardiovascolare, eventi correlati a insufficienza cardiaca, infarto miocardico, angina instabile, stroke e di end-points di sicurezza (eventi avversi e ipoglicemia). I risultati hanno mostrato un effetto di diminuzione della mortalità per le prime due classi (inibitori SGLT-2, agonisti GLP-1) rispetto agli inibitori DPP-4. Gli inibitori SGLT-2 agonisti GLP-1hanno mostrato una diminuzione della mortalità cardiovascolare rispetto i gruppi di controllo. Gli inibitori SGLT-2 hanno inoltre mostrato una diminuzione degli eventi correlati ad insufficienza cardiaca e d’infarto miocardico. In termini di sicurezza, gli agonisti GLP-1 presentano eventi avversi che portano alla sospensione del farmaco con una frequenza superiore a quella delle altre due classi. In definitiva questa network metanalisi mostra che la classe degli inibitori DPP-4 non mostra una diminuzione della mortalità rispetto al placebo o addirittura all’assenza di trattamento.
Oltre a questi risultati, il completamento e successiva pubblicazione dello studio GRADE32 potrà apportare una risposta più consistente al quesito di quale può essere il trattamento aggiuntivo quando la metformina non è più sufficiente per il controllo glicemico.
GRADE è uno studio randomizzato in pazienti con diabete di tipo 2 (circa 5.000) che negli ultimi 10 anni sono stati trattati con metformina. L’obiettivo è di determinare quale duplice terapia presenti il migliore controllo glicemico con minori effetti avversi e più vantaggiosa a lungo termine. I partecipanti saranno randomizzati a uno dei seguenti trattamenti, in aggiunta alla metformina, per i prossimi 7 anni: glimepiride, sitagliptin, liraglutide, e insulina glargina. Lo studio, iniziato nel 2013, dovrebbe concludersi a fine 202032.
L’UTILIZZO DEGLI ANTIDIABETICI
Nei primi 8 mesi del 2016, l’utilizzo degli antidiabetici nell’ULSS 20 di Verona è riportato in figura 1. Come si può osservare, il farmaco più utilizzato è la metformina (circa 39% dei trattati) seguito dalle sulfoniluree (20%). La percentuale di pazienti trattati con le nuove classi di ipoglicemizzanti qui considerate (DPP-4i; GLP-1a e SGLT-2i) è inferiore al 14%, ma le tre classi costituiscono circa il 36% della spesa complessiva per questa classe di prodotti. Le insuline, utilizzate in meno del 17% dei trattati, che includerebbe anche i pazienti con diabete di tipo 1, determinano la maggior voce di spesa, superiore al 46% del totale. (vedi figura 1).
Per quanto riguarda l’utilizzo delle sulfoniluree, sia da sole che associate ad altri ipoglicemizzanti, è ormai noto che possono aumentare il rischio di ipoglicemia e di peso. Per i pazienti, che con questi farmaci raggiungono un adeguato controllo glicemico e non manifestano problemi di tollerabilità, è ragionevole la continuazione del trattamento28.
Figura 1- Ipoglicemizzanti (% di pazienti trattati e % spesa) nei primi 8 mesi del 2016 nell’ULSS 20
CONCLUSIONI
Rispetto al placebo, le tre nuove classi di antidiabetici per il DM2 considerate in questa revisione hanno dimostrato di ridurre l’HbA1c; esiste, tuttavia una limitata evidenza sull’efficacia di questi farmaci nel diminuire la mortalità totale, gli eventi cardiovascolari (tranne liraglutide ed empagliflozin) e gli outcome micro e macrovascolari.
Non tutti i farmaci che diminuiscono la glicemia sono in grado di ridurre il rischio cardiovascolare. Gli studi basati solo sull’abbassamento della glicemia non sono più accettabili per prendere decisioni terapeutiche33
Nella maggior parte delle linee guida per il trattamento del DM2 esiste l’unanime consenso di considerare la metformina come trattamento di prima linea. La scelta di un secondo farmaco tra le varie classi di ipoglicemizzanti dovrebbe essere condivisa con il paziente, dopo aver discusso sui benefici e i rischi di ciascuna di esse.
Malgrado i potenziali benefici dei GLP-1a e SGLT-2 nella prevenzione cardiovascolare, questi medicinali non possono sostituire le terapia con statine e antiipertensivi necessari per ridurre il rischio cardiovascolare del paziente diabetico34
I risultati dello studio GRADE32, attualmente in corso, oltre a quelli disponibili da recente30, 31contribuirà a dare una risposta più consistente riguardo a quale agente ipoglicemizzante associare alla metformina quando la glicemia non è più adeguata.
A Salvador, Maria Font
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
- Wilding JPH et al., Positioning SGLT2 Inhibitors/incretin-based therapies in the treatment algorithm, Diab Care 2016; 39 (Suppl.2): S154.
- European Public Assessment Reports, disponibili in www.ema.europa.eu
- Hippisley-Cox J& Coupland C, Diabetes treatments and risk of amputation, blindness, evere kidney failure, hyperglycaemia:open cohort study in primary care. BMJ 2016; 352:i1450.
- Green JP et al., Effect of sitagliptin on cardiovascular outcomes in type 2 diabetes, N Engl J Med 2015; 373:232.
- Marx N et al., Design and baseline characteristics of CARdiovascular Outcome trial of LINAgliptin versus glimepiride in type 2 diabetes (CAROLINA®), Diab Vasc Dis Res 2015, 12: 164.
- Cardiovascular and Renal Microvascular Outcome Study With Linagliptin in Patients With Type 2 Diabetes Mellitus (CARMELINA). https://clinicaltrials.gov/ct2/show/NCT01897532
- Scirica BM et al., Saxagliptin and cardiovascular outcomes in patients with type 2 diabetes mellitus, N Engl J Med 2013; 369:1317.
- Zannad F et al., Heart failure and mortality outcomes in patients with type 2 diabetes taking alogliptin versus placebo in EXAMINE: a multicentre, randomized, double-blind trial, Lancet 2015; 385:2067.
- Krum H et al., No significant difference in risk of heart failure hospitalization with vildagliptin in diabetic patients with systolic chronic heart failure: VIVIDD study, poster presented at the 74th Scientific Sessions of the American Diabetes Association, June 13-17,2014, San Francisco, CA, USA.
- Holmann RR et al., Rationale and design of the EXenatide Study of Cardiovascular Event Lowering (EXSCEL) trial, Am Heart J 2016; 174:103.
- Marso SP et al., Liraglutide and cardiovascular outcome in type 2 diabetes, N Eng J Med 2016; 375:311.
- Pfeffer MA et al., Lixisenatide in patients with type 2 diabetes and acute coronary syndrome, N Engl J Med 2015; 373:2247.
- Researching Cardiovascular Events With a Weekly Incretin in Diabetes (REWIND). In: https://clinicaltrials.gov/ct2/show/NCT01394952
- Multicenter Trial to Evaluate the Effect of Dapagliflozin on the Incidence of Cardiovascular Events (DECLARE-TIMI58). In: http://www.timi.org/index.php?page=declare-timi-58
- Fitchett D et al., Heart failure outcomes with empagliflozin in patients with type 2 diabetes at high cardiovascular risk: results of the EMPA-REG OUTCOME®trial, Eur Heart J 2016; 37:1526.
- Neal B et al., Rationale, design, and baseline characteristics of the canagliflozin cardiovascular assessment study (CANVAS)—a randomized placebo-controlled trial, Am Heart J 2013; 166:217.
- Hippisley-Cox J & Coupland C, Diabetes treatments and risk of heart failure, cardiovascular disease, and all cause mortality: cohort study in primary care, BMJ 2016 354:i3477.
- Filion KB et al., A multicenter observational study of incretin-based drugs and heart failure, N Eng J Med 2016; 374:1145.
- Gamble J-M et al., Incretin-based medications for type 2 diabetes: an overview of reviews, Diab Obes Metab 2015; 17:649.
- Raccomandazioni aggiornate sul rischio di chetoacidosi diabetia durante il trattamento con inibitori SGLT2. Nota inforamtiva importante concordata con le autorità regolatorie europee e con l’agenzia italiana el farmaco. 14 marzo 2015.
- Inibitori SGLT2: informazioni sul rischio potenziale di amputazione delle dita del piede da includere nelle informazioni del prodotto. EMA 24 febbraio 2017
- FDA Drug Safety Communication. FDA strengthens kidney warnings for diabetes medicines canagliflozin and dapagliflozin, 14.06.2016
- NICE guideline [NG28], Type 2 diabetes in adults: management, July 2016.
- Inzucchi SE et al., Management of hyperglycemia in type 2 diabetes, 2015: a patient-centered approach, Diab. Care 2015; 38:140.
- Garber AJ et al., Consensus statement by the American Association of Clinical Endocrinologists and American College of Endocrinology on the comprehensive type 2 diabetes management algorithm- 2016 executive summary, Endocr. Pract. 2016; 22:84.
- Amir Quaseem et al: Oral pharmacologic treatment of type 2 diabetes mellitus: a clinical practice guideline update from the American college of physicians. Annals of Internal Medicine 2017. Doi:10.7326/M16-1860.
- Harper W et al, Policies, guidelines and consensus statements: pharmacologic management of type 2 diabetes-2015 interim update, Can. J. Diabetes 2015; 39: 250-252.
- Linee d’indirizzo regionale per l’impiego di farmaci per la terapia el diabete di tipo 2. Allegato A al DGR n. 182 del 1 luglio 2015.
- Studio TOSCA: http://www.siditalia.it/ricerca/centro-studi-e-ricerche/22-ricerca/centro-studi-e-ricerche/73-tosca#scopo
- Vaccaro O, Masulli M, Bonora E, Del Prato S, Nicolucci A, Rivellese AA, Riccardi G; TOSCA.IT Study Group. The TOSCA.IT Trial: A Study Designed to Evaluate the Effect of Pioglitazone Versus Sulfonylureas on Cardiovascular Disease in Type 2 Diabetes. Diabetes Care 2012; 35(12): e82.
- Zheng SL; Roddick AJ; Aghar-Jaffar R et al: Association between use of sodium-glucose cotransporter 2 inhibitors, glucagon-like peptide 1 agonists, and dipeptidyl peptidase 4 inhibitors with all-cause mortality in patients with type 2 diabetes. A systematic review and meta-analysis. JAMA 2018; 319:1580-91.
- Studio GRADE: https://portal.bsc.gwu.edu/web/grade
- Lipska KJ& Krumholz HM: Is haemoglobin A1c the right outcome for studies of diabetes?. JAMA. 2017 Jan 26. doi: 10.1001/jama.2017.0029.
- Reisch JEB & Manson JE: Management of type 2 diabetes in 2017. Getting the goal. JAMA. 2017. doi:10.1001/jama.2017.0241